INTERVISTA AI THE 69 EYES – Sesso, playlist e rock ’n roll

 
Pubblicato il 04/03/2023 da 
 

In un mondo sempre più all’insegna del ‘politically correct’, dove perfino Roald Dahl incorre nella cancel culture, fa piacere trovarsi di fronte a personaggi come Jyrki 69, cantante dei vampiri più famosi di Helsinki senza peli sulla lingua nel raccontare il suo rapporto con il music business così come gli alti e bassi in più di trent’anni di carriera, dagli esordi all’insegna del glam alla svolta gothic rock/metal degli anni Duemila. In attesa di vederli dal vivo tra pochi giorni (il 9 marzo al Live di Trezzo, per la data milanese del “Gotta Rock Spring Tour” in cui presenteranno in anteprima alcuni brani del nuovo “Death Of Darkness”), a voi il resoconto della conversazione con il logorroico ma sempre simpaticissimo cantante finnico.

SIETE PRONTI A TORNARE IN TOUR DOPO LA PAUSA COVID?
– Sì, tra pochi giorni torneremo per un piccolo tour europeo, il nostro primo fuori dai confini nazionali dopo la pandemia. Sono davvero curioso di vedere quale sarà l’accoglienza per i The 69 Eyes dopo un po’ di anni, anche perchè stavolta saremo in tour con un nuovo album che non è ancora uscito, per quanto ad oggi abbiamo già rilasciato cinque singoli.
Per noi è un fatto anomalo, perchè in genere le band heavy metal rilasciano un paio di singoli e poi il disco completo, ma credo che al giorno d’oggi sia diventato normale far uscire una canzone alla volta e poi metterle tutte insieme in un disco. Per quanto ci riguarda è stato divertente vedere in anteprima la reazione dei fan quando abbiamo pubblicato “Drive”, mentre stavamo ancora registrando le altre canzoni: è stato un ottimo modo per saggiare la reazione del pubblico e tenere alto l’hype.

SEI QUINDI UN FAN DELLA MUSICA LIQUIDA?
– Assolutamente, anche perchè al giorno d’oggi tutti ascoltano le playlist, e se fai uscire un album ‘normale’ al massimo possono trovare spazio uno o due pezzi, mentre il resto lo ascolteranno per intero soltanto i fan. Intendiamoci, noi facciamo musica prima di tutto per noi stessi e per i fan, ma se rilasciando le canzoni un po’ alla volta c’è la possibilità di finire in più playlist e ‘arrivare’ a più gente non vedo perchè non dovremmo farlo.
Quando abbiamo fatto uscire “Drive”, per me la miglior canzone da qualche anno a questa parte, siamo tornati a girare nelle radio finlandesi, cosa che non ci succedeva da una quindicina d’anni almeno; poi però abbiamo fatto uscire “Call Me Snake”, una canzone scelta a caso tra quelle che avevamo registrato ma senza nessuna ambizione particolare di successo, e anche questa è andata in heavy rotation, il che ci ha sorpreso in positivo.
E’ stato un po’ come tornare indietro di una ventina d’anni, ai tempi di “Wasting The Down” e “Paris Kills”, quando prima del disco facevamo uscire un EP così da creare l’attesa il full-length: i tempi sono cambiati ed ora la musica si è fatta liquida, ma il nostro scopo è rimasto quello di far divertire la gente. Se possiamo farlo raggiungendo un pubblico più vasto, perchè no?

NEL TOUR SUONERETE SOLO I SINGOLI GIA’ PUBBLICATI DAL NUOVO ALBUM?
– Sì, suoneremo solo alcuni dei singoli usciti finora e poi le hit che non possono mancare nella nostra setlist. Alla fine manchiamo dai palchi europei da quasi cinque anni, quindi non sappiamo davvero quale accoglienza troveremo visto che il mondo è davvero cambiato rispetto ad allora, per cui non saprei dire quanto interesse ci sia per una band come la nostra.
Per questo motivo abbiamo deciso stavolta di andare sul sicuro suonando in quelle città europee dove sentiamo di poter ‘giocare in casa’, piuttosto che imbarcarci in un tour troppo esteso che potrebbe diventare anche un fattore di rischio, come ad esempio è successo qualche anno fa quando abbiamo fatto diverse date in Italia, invece della sola Milano, ma non tutte esaurite.

IN FINLANDIA INVECE SIETE TORNATI DI MODA…
– Sì, abbiamo partecipato lo scorso autunno ad un format musicale sulla TV nazionale quindi siamo tornati sulla bocca di tutti come e più di quindici anni fa: avremo fatto qualcosa come una trentina di date sold-out in giro per la Finlandia, e al rientro da questo mini-tour europeo riprenderemo a suonare in casa, oltre a prendere parte a qualche festival estivo. Alla fine viviamo in un paese grande e decisamente rock ‘n’roll, quindi c’è sempre un posto nuovo dove andare ed abbiamo l’agenda piena fino a fine anno!

IMMAGINO SIANO TORNATE ANCHE LE GROUPIE…
– Sì, il (gentil) sesso è sempre presente in prima fila ad un concerto dei The 69 Eyes, è sempre stato così e questo non è cambiato. Abbiamo iniziato a suonare per poter rimorchiare le ragazze e continuiamo a farlo, anche se mi rendo conto che ormai sia fuori moda: parlando con i giovani musicisti di oggi c’è molta più professionalità, sia a livello di studio dello strumento che degli aspetti di business, mentre per quanto ci riguarda siamo cresciuti sulla strada e abbiamo sempre pensato prima di tutto a divertirci. Ovviamente c’è anche un elemento di provocazione in tutto questo, ma spero che il nostro modello possa essere d’esempio alle nuove generazioni di musicisti, siano essi ragazzi o ragazze, pensando prima di tutto a divertirsi suonando più che alle visualizzazioni sui social.

STATE ALLEVANDO ANCHE ‘NUOVE LEVE’ NELLE PRIME FILE?
– Assolutamente sì, ed è una delle cose che ci rende più orgogliosi. Oltre ai fan ‘storici’ si vedono molte ragazze giovani, che magari hanno visto “Mercoledì” su Netflix, si vestono da gothic girl e vengono anche al nostro show così. Un concerto dei The 69 Eyes è e sarà sempre il posto giusto per tutti i freak, siamo come il circo quando arriva in città!

CHI SARA’ IL GRUPPO SPALLA AL VOSTRO SHOW?
– Ci saranno i Mister Misery, una band svedese di rock dalle tinte gotiche. Non ho ancora sentito una singola nota ma ho visto le loro foto e mi piace come si vestono, quindi sono certo che ci divertiremo insieme.

ANDERS FRIDEN DEGLI IN FLAMES HA DETTO DI RECENTE AI PROPRI FAN “NON VI DAREMO PIU’ PER SCONTATI”, RIFERENDOSI AL RITORNO DOPO LA PANDEMIA: E’ CAMBIATO ANCHE PER TE L’APPROCCIO ALLA MUSICA?
– Sono molto d’accordo, credo che soprattutto per le band metal la routine album/tour/album fosse diventato una specie di circolo vizioso, in cui noi stessi siamo finiti una decina di anni fa. Credo gli anni peggiori per noi siano stati tra il 2010 e il 2019, in cui eravamo entrati in questo loop disco/tour negli stessi posti che stava diventando un po’ monotono, al punto che per poter provare nuovi stimoli ho cominciato a lavorare a dei progetti paralleli come The 69 Cats. Tornando al discorso di Anders credo sia molto vero, per cui sicuramente ora torniamo in tour con tutt’altro spirito rispetto a prima del Covid, anche se la vita di una band rock’n’roll ora è molto più difficile di com’era cinque anni fa.

SEMBRA UN PERCORSO SIMILE A QUELLO DI VILLE VALO DEGLI HIM, TORNATO ORA COL SUO PROGETTO SOLISTA: HAI AVUTO MODO DI SENTIRLO?
– Onestamente no. E’ un bravo ragazzo e sono contento se lui è contento, ma musicalmente non è il mio genere.

QUANDO NON SEI IN TOUR TI CAPITA DI ANDARE AI CONCERTI DA SPETTATORE?
– Sì, di recente sono andato a vedere proprio gli In Flames e sono rimasto stupefatto da come suonino alla grande: credo sia stato uno dei migliori concerti metal che ho visto da parecchi anni a questa parte, e anche i gruppi spalla come Imminence e Orbit Culture erano veramente validi, per tacere degli At The Gates che sono prima di tutto degli amici.
Tra qualche giorno poi andrò a vedere i Palaye Royale qui a Helsinki: loro sono una band fantastica, e inoltre avranno come supporto gli Starbenders, una delle mie band preferite al momento. A parte questo sto aspettando il nuovo album di Bebe Rhexa, la cantante che ha fatto di recente con David Guetta la cover di “Blue” degli Eiffel 65, e poi un altro po’ di musica dance. In generale cerco di stare al passo coi tempi ascoltando la nuova musica che esce, ad esempio sono un grande ascoltatore di “Mint”, la Playlist di Spotify con tutte le nuove hit dance. Nel rock aspetto con trepidazione il nuovo disco di Iggy Pop, ma soprattutto mi è piaciuto un sacco il disco dei Blak29, nuova band di Steve Zing (bassista dei Danzig) che suona un rock/metal anni Novanta dalle atmosfere dark, in stile The Cult o Type O Negative; l’artwork è opera di Danzig, e nella band suonano anche Johnny Kelly e Tommy Victor (batterista e chitarrista di Danzig, ndr), davvero un gruppo consigliato!

SO CHE SEI UN GRANDE FAN DELL’HORROR: QUALCOSA VISTO DI RECENTE DA CONSIGLIARE?
– (Ci pensa, ndr) in realtà tra le cose migliori che ho visto di recente mi vengono in mente il film su Whitney Houston ed “Elvis”, due grandi film anche se non certo horror (risate, ndr). Sul genere horror/thriller mi è piaciuto di recente “Nightmare Alley” (“La Fiera Delle Illusioni” in italiano, ndr), un film di Guillermo del Toro che non è passato al cinema ma che si trova direttamente su Disney+ (in realtà, almeno in Italia, il film è uscito anche al cinema, ndr).

A QUANDO UN FILM SUI THE 69 EYES, VISTO CHE ORMAI AVETE TRENT’ANNI DI ATTIVITA’?
– Abbiamo un libro in uscita questo autunno, visto che come dicevo grazie all’apparizione in TV siamo tornati popolari in Finlandia. Per ora uscirà in finlandese, scritto da un autore locale molto famoso, ma spero che poi sarà tradotto anche in inglese. Racconterà dalle nostre origini, sullo sfondo della Helsinki anni Ottanta, fino ai giorni nostri. Per il resto non ne ho idea, ma il mio sogno nel cassetto è avere la nostra musica in un film, un po’ come successo nei “Guardiani Della Galassia”. Quando succederà potrò finalmente mettere su famiglia, fino ad allora mi toccherà restare un vampiro (risate, ndr).

QUALCOSA CHE TI PIACEREBBE TROVARE NELL’UOVO DI PASQUA?
– Sui giornali locali scrivono che siamo una band glam: credo sia davvero figo a cinquantaquattro anni essere considerato ancora ‘glam’, quindi non vedo l’ora di portare la nostra musica a tutti i nostri fan e far uscire i nuovi video… Direi che non posso chiedere di meglio al momento!